Internet ed i suoi strumenti sono
un’importante fonte di innovazione: l’immediatezza della comunicazione, delle
connessioni, degli scambi lavorativi ed affettivi, la sensazione di esserci
sempre anche a chilometri di distanza, attribuisce alla comunicazione digitale,
un valore aggiunto, assoluto, nuovo e di grande importanza ed utilità. Le
relazioni e le amicizie ai tempi di internet sono relazioni nuove, con fattori
positivi e negativi, e riguardano tutti.
Tuttavia l’introduzione dei nuovi media deve farci riflettere su un
aspetto importante rispetto gli adolescenti.
In età giovanile il distacco dai genitori e l’avvicinamento al gruppo di
coetanei avviene anche tramite i media e di questi gli adolescenti si servono
per instaurare e curare le relazioni sociali. In quell’ambiente virtuale si
presentano e si raccontano, ricevendo in cambio il feedback dei loro amici
virtuali, che a volte, ma non sempre, sono anche amici reali.
Questo processo contribuisce in modo considerevole alla costituzione e
allo sviluppo dell’identità giovanile. Per questa ragione, oltre alla famiglia,
alla scuola e al gruppo di coetanei, anche
i media sono da considerarsi un “fattore di socializzazione” importante.
Le seguenti considerazioni invece riguardano tutti a prescindere
dall’età anagrafica e dallo status sociale di appartenenza.
1. Esiste una sostanziale differenza tra identità ed immagine di sé mostrata sui social network. La rete offre la possibilità di non presentarsi direttamente e di costruire un’identità del tutto nuova sottolineando e dando importanza ad alcuni aspetti di sé e nascondendone altri (quelli che in genere si trovano meno interessanti e funzionali), costruendo così un’immagine non sempre conforme con quella reale, una sorta di identità idealizzata.
2. Le
conversazioni via rete sono sentite come più informali e accessibili, in
quanto per molti l’anonimato garantito da internet rende più facile parlare di
sé.
3. Chi utilizza la rete come mezzo di scambio sociale è in genere meno inibito rispetto alle relazioni nel mondo reale per cui l’espressione delle emozioni a volte è sentita come più semplice e si avverte un minore rischio nel manifestare in modo diretto i propri vissuti affettivi.
Questo accade anche rispetto a emozioni
di rabbia, aggressività e odio, anche perché l’immediatezza della comunicazione
sui media spesso non lascia spazio alla riflessione che precede il passaggio
all’atto. Di conseguenza viene meno la percezione del senso di responsabilità e
delle conseguenze dell’atto stesso.
4. Nonostante (o, forse, a causa di) tale semplicità di espressione
emotiva, esiste una sorta di analfabetismo emozionale e sessuale, una non
conoscenza del linguaggio delle emozioni. Il web in alcuni casi sembrerebbe
rappresentare una valida strategia per scrivere, molto, ma senza in realtà
comunicare davvero. I ragazzi (e gli adulti) oggi, si raccontano, parlano,
s’innamorano sui social network e ad incontro avvenuto, vivono sulla loro pelle
la sgradevole sensazione di smarrimento, come se non sapessero più comunicare
senza telefono, Facebook o pc. Le emozioni ed i sentimenti, durante
l’incontro reale con l’altro\a, rimangono intrappolati e impossibilitati ad
esprimersi tramite le normali modalità espressive come quelle verbali e
gestuali.
5. A volte si può arrivare ad un livello di confidenza con l’altro in un
tempo ridotto rispetto alle modalità classiche di relazionarsi.
6. Le relazioni nate su internet possono essere un’anticipazione di un
contatto che da virtuale diventa telefonico ed in seguito faccia a faccia. Tuttavia
bisogna sempre tenere a mente i rischi connessi ad una condotta di questo tipo,
per cui sarebbe auspicabile informare qualcuno prima di recarsi ad uno di
questi incontri oppure fare in modo di andarci in compagnia e in un luogo
pubblico.
7. Le nuove forme di comunicazione azzerano il tempo dell’attesa e
dell’altro. Spesso l’incontro in chat è un contatto euforico legato
all’istantaneità del qui ed ora, dell’adesso, all’insegna della continua e
assoluta novità, che troppo spesso è superficiale perché non lascia tempo né
spazio al dispiegarsi delle singole biografie. Nell’istante del contatto sui
social network spesso non vi è la possibilità di esperire la continuità di senso e di affetti che i
fatti e le esperienze portano con sé quando li si vive.
8. Il pc funge da schermo protettivo, che tutela da un eventuale rischio
emotivo dell’incontro con l’altro\a. La mancanza della fisicità del linguaggio on-line, in realtà
crea quello che è stato definito un “autismo tecnologico”, una condizione di
solitudine affettiva, di mancanza dell’incontro con l’altro.
9. La conoscenza su un social network può rappresentare il precursore di
un incontro, ma non può essere sostitutivo di una relazione reale, soprattutto
di un amore reale. L’amore
può adoperare la tecnologia per nascere,
crescere e sintonizzarsi, ma dopo è necessario e funzionale procedere dal vivo
attraverso una conoscenza reale che prenda in considerazione tutti i nostri
sensi e che sia capace di stimolare le nostre emozioni e i nostri affetti.
L’affetto richiede tempo per trovarsi e alimentarsi, un tempo reale nel mondo
reale fatto di tempi e spazi reali.
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