Se
non si è avuto modo di vivere una sana dipendenza dalle figure genitoriali
durante l’infanzia non si può conoscere l’indipendenza. Tuttavia l’indipendenza
totale è più un ideale che una realtà. Ognuno di noi è dipendente in qualche
misura dagli altri, tutti abbiamo bisogno di approvazione, empatia, conferme e
considerazione e tutti oscilliamo tra condizioni di dipendenza e condizioni di
indipendenza dall'altro.
La dipendenza dall'altro ci ricorda che da soli non si può essere completi per cui se l’assenza
dell’altro è difficile da tollerare, non si può sopportare nemmeno la mancanza
che egli lascia in noi.
La
mancanza è un qualcosa di insito nel genere umano: è normale e sano sentire
mancanza, distorto è trasformarla in un vuoto da riempire a tutti i costi, sia
esso con il cibo, con lo shopping compulsivo, con l’accumulo di oggetti, con
l’abuso di sostanze, con relazioni numerose o con una relazione malsana dalla
quale non ci si può separare; è in questi casi che si parla di dipendenza
affettiva.
La dipendenza affettiva è una
condizione relazionale negativa e patologica caratterizzata da un’assenza
cronica di reciprocità nella vita affettiva e nelle sue manifestazioni all'interno della coppia.
Chi
soffre di dipendenza affettiva
ha difficoltà a riconoscere i propri bisogni o tende comunque a subordinarli a
quelli dell’altro.
In
questi casi la persona non è in grado di prendere delle decisioni da sola, ha
un atteggiamento sottomesso verso il compagno o la compagna, ha un costante
bisogno di rassicurazioni ed è disposta a fare cose spiacevoli e avvilenti ed accettare
situazioni intollerabili. Per essere amata deve sempre essere diligente, amabile
e sacrificarsi per l’altro. Anche quando questo vuol dire farsi del male.
I
pensieri e le energie sono completamente impegnati nel costruire e sorreggere,
da sola, la relazione affettiva, nella convinzione che solo in questo modo si
possa garantire stabilità alla relazione, il tutto a discapito del proprio
benessere.
Il
primo passo per poter uscire da queste situazioni è riconoscere che qualcosa
non va come dovrebbe, che c’è una condizione di disparità e che non c’è amore
se non c’è reciprocità.
Il secondo è affrontare
la paura di cambiare e chiedere aiuto.Photo by Sasha Kurmaz
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