giovedì 9 febbraio 2017

Bimbi-tablet: no grazie




E’ risaputo che non dovremmo consentire ai bambini di trascorrere troppo tempo davanti a televisione, videogiochi, smartphone e tablet per svariati motivi tra cui:
  • rischio di obesità, colesterolo alto e ipertensione, problematiche legate alla           sedentarietà
  • rischio di sviluppare problemi di apprendimento e di attenzione
  • disturbi del sonno, depressione, isolamento
  • i contenuti dei programmi, dei cartoni e più in generale dei video non sono sempre adatti all’età di chi ne fruisce
  • le competenze linguistiche, di riflessione e di approfondimento di un’informazione sono estremamente semplificate
  • le relazioni tra pari nel mondo reale risentono gravemente delle dinamiche che si instaurano sui social network
  • viene meno la percezione della propria responsabilità rispetto a ciò che sui social viene detto e fatto

Prima dei tre anni è meglio evitare che i bambini guardino la televisione, o contenuti simili su pc, tablet e cellulari, in quanto ancora non sono in grado di afferrare le immagini, le sequenze e il senso di ciò che vedono. I bambini sono attratti dai forti colori e dai suoni ma tutto ciò li iperstimola cognitivamente ed emotivamente e, non avendo ancora sviluppato una struttura mentale e psichica in grado di elaborarli, ciò che a loro resta è un senso di stordimento, solitudine e incomprensione. Ciò si verifica, a maggior ragione, nei casi in cui i bambini vengono lasciati soli davanti ad un televisore o ad un videogioco.

Tuttavia è mio pensiero che non si debba abolire la tecnologia ma che si debba educare se stessi e i propri figli ad un buon utilizzo, con intelligenza e pensiero critico.

Pertanto sarebbe auspicabile che i genitori e gli educatori:
  • decidessero un monte ore giornaliero massimo di fruizione dei media;
  • ne visionassero prima i contenuti;
  • educassero i bambini alla scelta dei contenuti, all'approfondimento e al pensiero critico.

Per fare questo basterebbe che parte del tempo di fruizione dei media da parte dei bambini avvenisse assieme ai loro genitori, in modo da poter condividere, discutere, incuriosirsi e parlare non solo di ciò che si è visto ma anche delle risonanze emotive che questo ha determinato in se stessi.


In questo modo un film animato, un cartone, un videogioco diventano occasioni educative, di incontro e crescita, momenti di condivisione di tempo e di domande e risposte su di sé e sulla realtà esterna. 

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