L’importanza
che riveste il regalo dipende dal significato che gli si attribuisce
sia a livello sociale sia all’interno della famiglia. Ricevere un
regalo è effettivamente un’esperienza positiva e piacevole,
soprattutto quando è carica di una valenza cerimoniale, ovvero
quando coinvolge genitori o amici o nonni che caricano di suspense la
situazione. In questo modo l’oggetto perde gran parte del suo
valore materiale per acquistare una valenza simbolica che accomuna
tutti i presenti e diventa così un significante relazionale. Basti
pensare alla gioia di scartare un regalo o alla curiosità che si
prova osservando i pacchetti sotto l’albero di Natale, quando è
l’attesa ad essere più attraente e coinvolgente.
Talvolta
il regalo rischia di significare altro: un ricatto, un premio, un
pagamento, un modo per scaricare la propria angoscia o i propri sensi
di colpa, un modo per riparare alla propria assenza e così via,
entrando in una sorta di mercificazione dei sentimenti e dei
comportamenti che a lungo andare rischia di sfuggire di mano. Spesso
i nostri bambini e i nostri ragazzi sono pieni di giocattoli e
oggetti di cui si stancano fin troppo facilmente, e altrettanto
spesso questi oggetti cercano di riempire un vuoto relazionale che in
realtà disorienta emotivamente e lascia un vuoto ancora maggiore.
Non
c’è nulla di male nel fare dei regali ai propri figli anche al di
là delle occasioni ufficiali, purché sia ben chiara in noi la
motivazione che ci spinge a farli.
Inoltre
i bambini possiedono una capacità immaginativa e creativa ai massimi
livelli e sarebbe proprio un peccato imbrigliarla all’interno di
giochi o situazioni preconfezionati. La fantasia è una vera e
propria fabbrica di giocattoli e divertimenti dove si costruiscono
oggetti, si fanno e si disfano prodotti magici che nessuna industria
potrà mai inventare. Allora perché non stimolare i bambini a creare
oggetti, personaggi e storie fantastiche, filastrocche senza senso
(come spesso le filastrocche sono) e disegni bizzarri?
Va
precisato poi che il regalo non è solo un oggetto ma anche tutto il
gesto e il rituale che lo circonda. Il regalo non deve essere
quindi criminalizzato, ma dosato e utilizzato sfruttando anche tutti
i fattori positivi che comporta.
Generalmente nella vita familiare e amicale le occasioni in cui ci si
scambiano i regali coincidono con le feste comandate, con i
compleanni, con gli anniversari, con i viaggi o con i nuovi arrivi. È
bello vivere l’attesa di una sorpresa anche perché sappiamo di
essere stati pensati dall’altro. Fare un regalo è un’esperienza
piacevole sia per chi lo riceve che per chi lo fa; è un gesto
intimo che comunica quanto teniamo a quella persona non tanto per via
dell’oggetto acquistato, o per il suo valore economico, quanto per
il pensiero che c’è dietro. Coinvolgere i bambini nella scelta dei
regali significa insegnare loro a pensare l’altro e scegliere per
l’altro qualcosa che si pensa possa essergli gradito. È poi bello
confezionare assieme i pacchetti, scegliere la carta e i fiocchi,
scrivere un messaggio. In questo modo anche i regali ricevuti
assumeranno un'altra valenza e si regalerà e si riceverà non solo
un oggetto ma la fantasia, la cura, la premura, il pensiero e il
sentimento.
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